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INTERVISTA: EDUCARE AD UN USO CORRETTO E RESPONSABILE DELLA TELEVISIONE

INTERVISTA: EDUCARE AD UN USO CORRETTO E RESPONSABILE DELLA TELEVISIONE - EDUCAZIONE ALLA SALUTE

 

Forse pochi sanno che il 21 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale della Televisione. Questo in quanto nel 1996, in tale giorno, si tenne a New York per volere delle Nazioni Unite il primo World Television Forum, ovvero un grande evento in grado di riunire i principali rappresentanti del mondo televisivo al fine di discutere gli sviluppi presenti e futuri di questo coinvolgente mezzo di comunicazione in svariati settori come l’intrattenimento, l’informazione, la cultura e lo sport. A distanza di oltre 20 anni la televisione resta un medium molto diffuso sebbene la sua egemonia e il suo fascino siano stati progressivamente scalfiti dalla diffusione di internet e del web che soprattutto negli ultimi anni ha portato al nascere di nuovi e interessanti fenomeni come i social che diventano fonte di informazione, gli youtubers che si trasformano in star e le piattaforme streaming online che con i loro servizi on demand si pongono in diretta concorrenza. Ciò nonostante quello offerto dal mezzo televisivo resta un servizio utile e gradito ad utenti di differenti età anche se non esente da possibili rischi per la nostra salute che è pertanto bene conoscere e saper gestire al meglio.

 

Approfittiamo quindi di questa ricorrenza internazionale per approfondire il tema con il Prof. Massimiliano Noseda, docente universitario e medico specialista in igiene e medicina preventiva.

 

A quali rischi per la salute ci espone l’uso del mezzo televisivo ?

I rischi possono essere di vario tipo. Alcuni li potremmo definire quantitativi ovvero conseguenti ad un uso prolungato della televisione per molte ore al giorno. Questi spaziano dai possibili danni conseguenti alla sedentarietà prolungata, alle problematiche posturali, ovvero dovute al mantenimento di posizioni scorrette e protratte nel tempo, o infine anche ad inopportuna stimolazione sensoriale, ovvero conseguente a un volume troppo alto o ad una distanza eccessivamente ridotta tra occhi e schermo. Altri rischi sono detti invece qualitativi in quanto indipendenti dal tempo trascorso davanti alla televisione e legati invece al tipo di messaggio proposto dal programma che potrebbe essere non adatto al particolare pubblico che si trova davanti allo schermo come ad esempio i bambini. Ricordiamo inoltre che attraverso il canale televisivo vengono veicolati messaggi sia sotto forma di immagini sia mediante le parole e che pertanto l’appropriatezza deve riguardare entrambe. Ad ogni modo il contenuto potrebbe non essere adatto ad esempio in quanto tratta temi o situazioni con eccessiva violenza, propone atti sessuali troppo espliciti, è irrispettoso delle credenze religiose di un popolo oppure utilizza gesti o parole offensive o comunque ritenuti socialmente sconvenienti.

 

La legge tutela in qualche modo i più piccoli davanti al piccolo schermo ?

Sì. Ad esempio in Italia non è concesso l’intervallo pubblicitario all’interno di trasmissioni per bambini o ragazzi ma solo tra un programma e l’altro. Inoltre, sulle reti generaliste i prodotti non adatti ai più piccoli sono segnalati da un apposito bollino giallo o rosso al fine di dare agli adulti di riferimento indicazioni semplici, tempestive e precise. Il passaggio poi al digitale terrestre ha comunque notevolmente ampliato l’offerta televisiva con la nascita di alcuni canali appositamente dedicati ai più piccoli ( boing, cartoonito, rai gulp, rai yoyo, super, k2, pop, fresbee ) dove l’intera programmazione è già pensata per quel particolare tipo di utenza con scelte ponderate a monte sui prodotti inseriti nel palinsesto.

 

Cosa possono fare gli adulti per insegnare ai più piccoli ad utilizzare correttamente la televisione ?

Non poniamo mai apparecchi televisivi in ambienti come la cucina al fine di evitare che il loro uso limiti o sottragga tempo al dialogo famigliare e valutiamo attentamente le richieste dei più piccoli di avere un proprio televisore nella loro cameretta sulla base non solo dell’età ma anche della diligenza che mostrano nell’uso dello stesso. Concordiamo con gli stessi i momenti della giornata in cui l’apparecchio televisivo deve rimanere spento, come ad esempio durante l’esecuzione dei compiti, al mattino appena svegli o nella fase precedente all’addormentamento notturno, e ricordiamoci che le vacanze in camper, in tenda o in una casa al mare possono essere motivo di pausa dal suo uso quotidiano oltre che un’occasione per scoprire e praticare nuovi hobby o attività sportive.

E’ poi sempre bene concordare a priori con i più piccoli il tempo che è consentito loro trascorrere davanti al televisore e pretendere il rispetto di tale accordo. Proponiamo eventualmente la frammentazione nel tempo di programmi molto lunghi, oggi spesso possibile grazie all’uso dei dvd o ai servizi web che consentono facilmente di continuare la visione nei giorni successivi di un determinato programma. Impariamo inoltre a programmare la visione della televisione in termini di contenuti scegliendo con loro le trasmissioni più adatte alla fascia d’età di appartenenza. Ciò ci consentirà sia di scoprire i loro gusti e interessi sia di rendere più costruttiva la visione facendo seguire alla stessa un dibattito di approfondimento su quanto visto. Vediamo quindi la televisione con loro quando possibile al fine di condividere direttamente idee, opinioni ed emozioni o in alternativa chiediamo sempre al bambino cosa ha visto mostrandoci così disponibili a chiarire vocaboli, immagini o situazioni che hanno generato domande spontanee. E’ opportuno infatti che il bambino sappia di poter costantemente usufruire del supporto di un adulto senza paura di essere giudicato o punito. Favoriamo pertanto sempre una visione attiva dello strumento televisivo. In fase di programmazione e scelta dei programmi da vedere non dimentichiamo di indicare loro anche trasmissioni culturali, come i documentari naturali o storici, che possono costituire un utile completamento o approfondimento di temi trattati a scuola. Informandoci quindi sui contenuti anche attraverso siti internet dedicati che recensiscono molti prodotti adatti ad un pubblico infantile e raccolgono le opinioni di altri genitori, insegnanti, psicologi ed educatori che hanno già visto quel programma. Inoltre, poiché la televisione propone spesso fatti e situazioni nuove, è bene valutare l’interesse per quanto visto e stimolarli magari a intraprendere, quando possibile, nuovi hobby, letture, attività sportive o giochi motori proposti dalla trasmissione stessa. Una programmazione costante e oculata dei programmi da vedere previene poi il continuo zapping che trasforma lo stare davanti alla televisione in un momento totalmente improduttivo in quanto non consente al bambino di focalizzare la sua attenzione su nulla. Insegniamo quindi ai più piccoli a spegnere la televisione al termine di un programma sia per favorire l’alternanza tra le varie attività di gioco sia al fine di evitare e prevenire richieste inopportune di trascorrere ulteriore tempo davanti allo schermo all’inizio della trasmissione successiva. Diamo infine il buon esempio anche evitando di lasciare continuamente acceso l’apparecchio televisivo durante il giorno in momenti in cui nessuno lo guarda.

 

Quali frasi o comportamenti è invece bene evitare ?

Innanzitutto evitiamo di nasconderci dietro a luoghi comuni, tanto banali quanto superficiali come “la televisione fa male”, che spesso costituiscono solo un vano tentativo dell’adulto di non voler affrontare direttamente il problema o di mascherare goffamente la sua incapacità educativa nel gestire la situazione. Questo in quanto è soprattutto l’assenza di chiare regole o la loro trasgressione che possono rendere potenzialmente pericoloso il mezzo televisivo. Non priviamo poi i bambini della televisione come punizione al fine sia di non attribuirle un valore morale che di fatto non ha, sia di non accrescere in loro eccessivamente e inconsapevolmente il desiderio di vederla. Resistiamo inoltre alla facile tentazione di usarla come babysitter nei momenti in cui possiamo dare ai più piccoli meno attenzioni in modo da non creare malsani ed indesiderati rapporti di dipendenza. Non consentiamo infine ai bambini di mangiare davanti alla televisione sia in quanto la scarsa attenzione prestata al senso reale di fame potrebbe indurre all’assunzione di inopportune calorie in eccesso sia in quanto momenti come la merenda dovrebbero avere il loro giusto spazio come occasione di convivialità con parenti o amici ma anche come pausa da qualsiasi altra attività mentale. 

 

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Intervista pubblicata sulla rivista DIAGNOSI & TERAPIA del dicembre 2017 a pag.10-13